Berlusconi e la sua influenza nel gioco online
Il 12 giugno 2023 resterà una data importante per la storia del nostro paese. Si spegne, all’età di 86 anni, Silvio Berlusconi. L’ex premier, fondatore di Fininvest, Mediaset, Mondadori, Forza Italia e Il Popolo delle Libertà, è stato una figura controversa nella politica italiana. Capace di dividere gli elettori come nessun altro: da una parte chi lo sosteneva a gran voce, dall’altra chi lo odiava profondamente, negli anni ha dimostrato di avere non solo una grande capacità imprenditoriale e una mentalità vincente – basti pensare ai tanti trionfi sollevati come presidente del Milan, passato in pochi anni dalla serie B al tetto d’Europa – ma anche una lungimiranza come politico/legislatore.
La liberalizzazione delle scommesse online
Tra le tante manovre proposte da Silvio Berlusconi, alcune molto opinabili, altre degne di nota, quella legata al gioco online ha segnato una svolta epocale nel settore del betting e nel nostro paese in generale. La prima legalizzazione del gioco online si deve infatti al suo operato e a quello di Giulio Tremonti, l’allora Ministro dell’Economia del Governo Berlusconi.
L’intento era, infatti, quello di recuperare volumi di gioco online dall’estero, disciplinarli e quindi aumentare notevolmente le entrate fiscali. inoltre, si voleva riconoscere ai concessionari di agenzie scommesse la possibilità di affiliare punti remoti e punti ricariche per la vendita di carte riciclabili per i conti gioco. Totosì propose la vendita di ricariche online attraverso spot televisivi per la prima volta.
La legge comunitaria
Nel 2008, al suo terzo mandato come Presidente del Consiglio dei ministri, nacque la “Legge per gli adeguamenti degli obblighi comunitari“, che prevedeva il bando per le concessioni online del gioco d’azzardo. Un sistema di licenze che fu rivoluzionario per gli stati europei continentali e preso a modello da Francia, Spagna e Portogallo tra gli altri. Poco prima, con Berlusconi all’opposizione, il governo Prodi attuò il Bando Bersani per l’assegnazione delle concessioni dei punti fisici per le scommesse.
Concorrenza ai siti stranieri
Già dal 2004, con la prima legge che vietava la pubblicità dei siti .com e dei bookmakers stranieri, il governo Berlusconi aveva iniziato la lotta ai siti di gioco stranieri. Nel 2008, grazie alla spunta di AAMS (ex ADM) e Gioco Digitale (il primo sito italiano di gioco online), fu definitivamente vietato il gioco sui siti .com e contestualmente autorizzati i poker online e i tornei texas hold’em.
Circoli di poker
Se per quanto riguarda la “liberalizzazione” del poker online si era fatto molto, dall’altra parte si cercò di vietare il più possibile i circoli privati che organizzavano tornei di poker. Il principale fautore di questa stretta fu Roberto Maroni, Ministro degli Interni, che su questo tema fu categorico: tolleranza zero. Impostò un tetto massimo al buy-in, mise delle restrizioni al numero di re-buy e sui montepremi, così da limitare – ma pur sempre consentire – l’attività dei numerosi circoli attivi in quel momento. Nel 2011 Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia, creò un decreto legge che lasciava maggiore manovra ai circoli di poker live e, in sostanza, li trasformò in concessionari fisici.
Oltre a questo, Berlusconi ebbe un ruolo attivo nel Governo Monti riguardo alla pubblicità sulle reti pubbliche e private del gioco online, cosa che, purtroppo, non andò come sperato e sfociò qualche anno dopo nel Decreto Dignità voluto dal ministro Di Maio. Grazie al lavoro di Silvio Berlusconi oggi abbiamo una regolamentazione forte per il gioco online che difende le aziende italiane e sottrae importanti fondi dai siti stranieri, con un notevole vantaggio per le casse dello stato e la sicurezza dei giocatori.